“Di fronte alla proliferazione della diffusione dell’oscurantismo in nome della religione, tutti i musulmani, cristiani ed ebrei, devono costruire un fronte comune per contrastare il fanatismo, l’odio e l’isolazionismo in tutte le sue forme
È il vigoroso appello lanciato da Mohammed VI, Re del Marocco, nel discorso al Paese pronunciato sabato 20 agosto.
Rivolgendosi in particolare ai 5 milioni di cittadini residenti all’estero, il sovrano ha chiesto di “mantenere l’impegno sui valori della religione islamica così come nelle sue tradizioni” come risposta al fenomeno dell’estremismo che “sfrutta alcuni giovani musulmani, in particolare in Europa, approfittando della loro ignoranza della lingua araba e del vero Islam, per trasmettere loro messaggi e promesse false e sbagliate”.
“La Storia dell’umanità è la prova migliore del fatto che il progresso non può realizzarsi in qualsiasi società afflitta dall’estremismo e dall’odio, che insieme costituiscono il principale fattore di insicurezza e instabilità.
Inoltre, la civiltà umana è ricca di modelli di successo che confermano che l’interazione e la coesistenza interreligiosa generano società civilizzate aperte, dove regnano affetto e concordia, benessere e prosperità.
Lo testimoniano le civiltà islamiche, in particolare quelle di Baghdad e di Al-Andalous, che sono state tra le civiltà umane più avanzate e più aperte”.
“I terroristi che agiscono in nome dell’Islam – il sovrano ha aggiunto- sono individui fuorviati condannati all’inferno per sempre”.
Il monarca ha poi puntato il dito contro anche “molti gruppi e istituzioni islamiche” che pretendono di incarnare “il vero Islam” e finiscono per promuovere la “diffusione di un’ideologia estremista”. Nella sua allocuzione ha quindi esortato i cittadini a dar il buon esempio preservando la buona reputazione che da sempre contraddistingue il Marocco, come pure la loro fama di saper essere pazienti nelle situazioni difficili. Un invito anche ad essere sempre in prima fila tra i sostenitori della pace e dell’armonia e a saper vivere insieme con gli altri nei loro Paesi di residenza.