Lettera al Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, di Tanji Buchaib
Ancora emozionato dalla partecipazione alla fiaccolata che la città di Bassano del Grappa ha dedicato a Luca Russo, un’altra giovane vittima del terrorismo, ho letto sul Corriere – in un articolo a firma di Andrea Pasqualetto – una dichiarazione del Presidente Zaia che, riferendosi a Luca e a Valeria Solesin, parla di “una guerra non convenzionale che va combattuta… anche perché non vedo ferme condanne dalle moschee”.
Non so a quale moschee Zaia si riferisca. Se si riferisce a quelle italiane e venete (in quest’ultimo caso farebbe bene a parlare di luoghi di preghiera islamici) sbaglia di grosso.
Tutte le associazioni islamiche italiane, quelle venete in testa, hanno condannato ripetutamente il terrorismo fondamentalista.
Lo hanno fatto in occasione degli attentati che hanno colpito l’Europa e non solo: molti di noi provengono da Paesi che hanno e stanno pagando con il sangue le azioni di Daesh e di altre formazioni criminali. Lo hanno fatto pubblicamente ogni volta che ne hanno avuto la possibilità, come ai funerali di Valeria e alla fiaccolata per Luca.
Ma per noi gridare “Non nel mio nome” non basta.
L’Islam è una religione di pace e questo comporta non solo la condanna di chi organizza e compie atti di violenza omicida e suicida ma anche la ripulsa della violenza per sé stessa e quindi anche di chi la sostiene, soprattutto se la predica, falsificando e stravolgendo i testi sacri e in nome di Dio.
Per questo, come persone di fede, ci sentiamo vicini alle parole e ai sentimenti di Papa Francesco e dei suoi predecessori e, come cittadini, all’azione del governo italiano e delle forze di polizia.
Il presidente della Regione del Veneto queste cose le sa bene, ne abbiamo parlato insieme giusto tre anni fa, quando ha ricevuto ufficialmente a Palazzo Balbi una nostra delegazione e ci ha incoraggiato a proseguire nella nostra azione, come abbiamo fatto e stiamo facendo.
Non si capisce quindi questo suo “non vedo”, sempre che non sia un “non voler vedere” per ragioni che ci sfuggono.
L’Islam a fine mese celebra la festa del Sacrificio. Iddio, Allah, mandò un angelo a fermare la mano di Abramo che stava per sacrificare suo figlio a dimostrazione della sua fede. Iddio ci chiede obbedienza ma non vuole che per dimostrarla uccidiamo i nostri figli. Di questa volontà di Dio parleremo nei nostri luoghi di preghiera.
Bouchaib Tanji
Presidente della Federazione Islamica Veneta