(Contributo di Rosanna Maryam Sirignano apparso su Orticalab il 25 dicembre 2017)
Nata come festa cristiana per celebrare la nascita di Gesù, oggi il Natale fa parte delle pratiche culturali di quasi tutti i paesi del mondo, la sua atmosfera allieta anche alcuni di quei paesi a maggioranza musulmana, diventando occasione di gioia per tutti al di là delle credenze religiose. Qui in Italia è motivo di festa, di condivisione, di emozioni e di tanto buon cibo.
A Napoli pochi giorni fa leggevo le lettere a Babbo Natale appese all’albero della Stazione Garibaldi. “Caro Babbo Natale, famme stà buono e trovare l’amore” e così notavo che l’amore era quasi sempre presente nelle richieste di grandi e piccoli. In particolare due mi hanno colpito “Caro Babbo Natale, solo un regalo: la libertà di essere felice” e “Caro Babbo Natale, vorrei un amico vero.” Una punta di tristezza ha raggiunto il mio cuore nel constatare che la gente è sempre più sola, proprio nel nostro Sud che da sempre si vanta di essere terra di accoglienza, calore e amore.
Aspetto ogni anno il Natale impaziente di riunirmi con la mia famiglia e di ricordare che, nonostante le incomprensioni, le differenze ci si può amare e stare bene insieme. A tavola il 24 e il 25 dicembre a casa mia siamo cattolici, atei, agnostici e musulmani. Al momento del brindisi il 24 notte mia zia M., astemia, mi fa compagnia nell’astenermi dallo spumante. Ci scambieremo gli auguri senza menzionare il Natale, perché per noi è la festa della famiglia. Alcuni andranno a messa, altri resteranno a rassettare la casa e a chiacchierare fino al mattino. I presepi che ornano le strade e le case in questo periodo ci ricordano della nascita di Gesù, per noi musulmani uno dei profeti più importanti, ma quest’anno è a Maria che è rivolta la mia riflessione. Il Corano dedica due interi capitoli (Sure) alla Madre di Gesù, più altri versetti. La nascita di Maria è così descritta “L’accolse il suo Signore di accoglienza bella, e la fece crescere della migliore crescita.” (Sura 3, vers. 37).
Maria è l’unica donna menzionata per nome nel Testo Sacro, da Dio purificata ed eletta tra tutte le donne del mondo (Sura 5, vers.42), onorata del titolo di Siddiqa, veritiera (Sura 5, vers. 75). Ogni volta che entro in una chiesa cerco spesso il suo volto, contornato da un velo, che mi ricorda quello che porto sulla testa, in particolare l’immagine della Madonna di Montevergine, voluta da un fedele sulla via per Gerusalemme mi aiuta a connettermi con la mia spiritualità. Non importa se siamo atei, buddisti, cristiani o musulmani, quello di cui abbiamo tutti bisogno e di Amore e di dolcezza, come quello di una madre per il suo bambino e questo amore dovremmo cercarlo prima di tutto dentro di noi.
Liberare la nostra identità da tutte le definizioni, liberare la nostra mente da schemi imposti da una società basata sul profitto piuttosto che sull’umanità, liberarci dalla paura del diverso, andare oltre, sconfinare e trovare la luce. Allora ecco che una cristiana potrebbe trovare ispirazione in un verso del Corano, un buddista potrebbe trovare conforto tra le braccia di una donna velata, un ateo potrebbe trovare il vero amico che tanto desidera in un pakistano con la barba lunga e nera. Solo se lasciato libero di fluire l’Amore può illuminarci e questo Natale vi auguro di celebrarlo offrendo un sorriso e una parola dolce anche a parenti e amici che vi hanno ferito o che mal sopportate. E’ quello che ci insegna Maria, è quello che ci insegna Gesù attraverso il Vangelo e il Sacro Corano e quello che ci insegna la nostra Umanità.
Giovani della Federazione Islamica della Campania
Rosanna Maryam Sirignano