Il 27 gennaio, 2016 è stata firmata la Dichiarazione di Marrakech che contiene espliciti riferimenti ai principi universali già previsti dai testi sacri islamici: il rispetto della dignità umana e della libertà religiosa, il principio di giustizia e di non discriminazione. L’obiettivo della Dichiarazione di Marrakech è lo sviluppo di un concetto di “cittadinanza” inclusiva dei diversi gruppi religiosi e culturali. Sulla base dei principi della Carta di Medina, che indiscriminatamente garantisce il diritto alla libertà religiosa, la Dichiarazione di Marrakech pone come scopo comune la “piena tutela dei diritti e delle libertà di tutti i gruppi religiosi”, affermando “che è inconcepibile impiegare la religione allo scopo di aggredire i diritti di minoranze religiose nei paesi musulmani “.
Il riconoscimento della diversità religiosa e culturale è la caratteristica principale della Dichiarazione di Marrakech, che non è un elenco di prescrizioni riferite ai singoli gruppi, ma l’accettazione di una diversità religiosa. La firma della dichiarazione in un paese islamico da parte dei rappresentanti della cultura e della religione islamica mostra chiaramente l’intenzione di dare dimensione universale ad alcuni diritti quali strumenti di difesa della dignità umana.
È evidente che una delle sfide della realtà contemporanea è la gestione dei conflitti religiosi e il ruolo cruciale della legge è quello di raggiungere la “pace sociale”.
La Dichiarazione di Marrakech rappresenta un passo avanti per lo sviluppo di il dialogo interreligioso ed il riconoscimento del diritto alla libertà religiosa.