- Perché la costituzione di una nuova organizzazione islamica in Italia?
È evidente a tutti gli osservatori della realtà islamica in Italia che le organizzazioni islamiche a carattere nazionale presenti attualmente sul territorio non rappresentano e non coordinano tutte le moschee presenti, oltre 700, e neanche la maggior parte di esse.
Questo dato da solo giustificherebbe la costituzione di una organizzazione islamica aperta alle moschee indipendenti e non appartenenti a nessun’altra organizzazione.
Quindi l’obiettivo principale della Confederazione Islamica Italiana è l’organizzazione delle realtà islamiche già presenti, nell’ambito di un modello organizzativo nazionale con una propria ramificazione a livello regionale e locale.
- Quali sono gli obiettivi della Confederazione Islamica Italiana?
Il primo obiettivo è andare incontro alle aspettative e alle necessità religiose, spirituali e materiali di ogni musulmano.
In questo ambito, la speranza di ciascuno musulmano in Italia rimane quella di vivere in un Paese dove le libertà siano sacre e non ci si limiti al rispetto delle religioni ma vi sia un riconoscimento concreto dell’Islam come la seconda componente religiosa a livello demografico nella società italiana ed europea.
Similmente la questione dell’individuazione di luoghi di culto dignitosi richiede un’opera di ricognizione generale delle moschee al fine di garantire un’operatività nel migliore dei modi possibili.
Come i luoghi di culto sono oggetto di interesse da parte dei musulmani, così il compito degli imam in essi impiegati non è di secondaria importanza. Quindi qualsiasi visione del futuro dovrà provvedere contestualmente alla costruzione di strutture e alla scelta di persone adeguate. In tal modo, la scelta di un imam competente e timoroso di Allah (SWA), scongiurerà i rischi di improvvisazione e strumentalizzazione che non alcun legame con il messaggio e la dottrina religiosi.
Infatti, il ruolo dell’imam ha un legame ha un legame con il contenuto del discorso religioso, che deve anzitutto guidare il musulmano nella conoscenza nella Retta Via fondata sulla mediazione e sulla moderazione, lontana da qualsiasi forma di estremismo. Allah (SWA) dice nel versetto: <<Abbiamo fatto di voi una comunità mediatrice (…) Non vi è costrizione nella religione>> (Surat Al- Baqara, v. 256).
La conoscenza che il musulmano ha della propria religione non si limita ai rituali e alla dimensione formale, ma li trascende fino a includere aspetti etici quali il comportamento, i rapporti tra i musulmani e quelli tra musulmani e non musulmani, fondati sul rispetto reciproco, la convivenza, l’amore per gli altri e per sé stessi. Ciò comporta inoltre l’ampliamento delle aree di cooperazione, il rafforzamento dei legami di fraternità nella società italiana e l’apertura verso l’Europa e i popoli del Mediterraneo e delle altre regioni.
La tutela della propria identità religiosa e della cultura d’origine deve mantenere la propria importanza senza sfociare in atteggiamenti di chiusura, valorizzando piuttosto le esperienze umane in ambiti vitali come i diritti umani e la democrazia.
Una particolare attenzione è riservata al coinvolgimento delle donne e dei giovani nelle attività della Confederazione e nei suoi meccanismi decisionali, senza trascurare coloro che vengono definiti “nuovi musulmani”, ovvero i musulmani di origine italiana.
E’ prevista inoltre la formazione di corsi per l’insegnamento della lingua araba e la memorizzazione del Corano per i bambini, nonché la promozione di attività culturali, sportive e ricreative per tutti i membri.
Le moschee diventeranno luoghi di coordinamento di attività di solidarietà sociale, volte ad aiutare i bisognosi, tra i quali gli anziani, i malati, le vedove e i detenuti.
Sarà inoltre istituito un fondo sostenuto dai membri della Confederazione stessa al fine di garantire e tutelare la proprietà dei luoghi di culto alle associazioni da cui dipendono dal principio, nonché un contributo per l’organizzazione del Hajj e la distribuzione di cibo Halal.
Il secondo obiettivo è favorire i rapporti di collaborazione con le istituzioni pubbliche (governo, parlamento e organizzazioni politiche) e con le diverse religioni, in particolare con il Vaticano, negli ambiti di comune interesse.
- Come si raggiungono questi obiettivi ?
Nonostante tutti i tentativi compiuti da diverse organizzazioni islamiche, gli sforzi verso il riconoscimento istituzionale dell’Islam da parte delle autorità italiane sono falliti. Al fine di superare questa fase di stagnazione, occorre una nuova azione fondata su:
- Rappresentanza reale
- Trasparenza
- Credibilità / Autorevolezza
Il fallimento delle precedenti esperienze è riconducibile all’assenza di questi tre principi fondamentali.
La moschea quindi, in questa nuova prospettiva, diventa la base per l’applicazione di questi principi, sia nelle attività che nella sua stessa natura. A partire da ciò, ciascuna moschea ha il compito di accogliere le comunità di musulmani, di indirizzarle nel modo giusto e di interagire in senso positivo con il contesto circostante composto dalle autorità locali e dalla società civile.
Al fine di evitare che l’attività delle moschee rimanga circoscritta alla dimensione locale è indispensabile creare un’unione, organizzando le proprie attività, sviluppando i propri metodi e ampliando i propri orizzonti a livello sia regionale che nazionale.